ABBRACCIARE LA NEURODIVERSITA’: UN PERCORSO VERSO UNA MIGLIORE SALUTE MENTALE
Statistiche allarmanti fanno luce su una cruda realtà: il 90,2% delle persone altamente sensibili (PAS) è alle prese con pensieri suicidi e il 18,4% ha tentato il suicidio. Questo disagio si estende alla comunità autistica, dove la maggioranza sperimenta ideazioni suicide, con una parte significativa che ha considerato o tentato il suicidio.
La richiesta sociale di conformità, spingendo gli individui a cambiare la loro natura intrinseca per l’accettazione, pianta un seme di difettosità percepita, portando alla depressione e al suicidio. In un mondo in cui integrarsi è spesso sinonimo di appartenenza, è imperativo sfidare ciò che è considerato “normale”. Ciò è particolarmente cruciale per i PAS e gli individui autistici, che affrontano tassi più elevati di pensieri suicidi. Comprendere e accettare le nostre differenze è vitale per la salute mentale.
La spinta verso l’uniformità, che richiede di cambiare il nostro sé fondamentale per integrarci, perpetua un messaggio dannoso secondo cui il nostro stato naturale non è corretto. Questa narrazione porta all’isolamento e al senso di inadeguatezza. Durante il mio viaggio dall'adolescenza all'età adulta, incombeva la paura del rifiuto per il mio vero sé, nonostante una facciata di conformità. Abbracciare un quadro di neurodiversità ha rimodellato la mia percezione delle differenze personali, dai deficit alle variazioni umane naturali, favorendo relazioni autentiche fondate sulla comprensione e accettazione reciproca.
Molti P.A.S., me compresa, potrebbero anche essere persone autistiche non riconosciute. Riconoscere questo aspetto della nostra identità è fondamentale. La fine della mia lotta contro la depressione grave e i pensieri suicidi è arrivata dopo il potere trasformativo di una diagnosi di autismo. Ha chiarito la mia comprensione di me stessa nel mondo. Scoprire la mia alta sensibilità e successivamente ricevere la diagnosi di autismo ha catalizzato uno spostamento verso l’autocompassione, migliorando notevolmente la mia qualità di vita. Questa comprensione di sé ha favorito la resilienza, la gioia e una connessione più profonda con gli altri.
Passare dal considerarci intrinsecamente imperfetti al riconoscere e valorizzare le nostre differenze uniche ha migliorato significativamente la salute mentale di molti, permettendoci non solo di sopravvivere ma di prosperare mentre impariamo a celebrare la nostra neurodiversità, affermando la sua importanza insieme alla biodiversità. Questo cambiamento promuove la crescita, trattando la neurodiversità non come un ostacolo ma come una componente integrale della condizione umana.
Sostenendo questo cambiamento di paradigma, invitiamo la società a celebrare la diversità, non solo migliorando la vita degli individui neurodiversi, ma anche arricchendo il tessuto della società. Questa visione sostiene un mondo in cui ogni forza e prospettiva uniche siano riconosciute, valorizzate e celebrate.
Di JULIE BJELLAND, LMFT